venerdì 20 maggio 2011

Egan #1

Chiunque insista che la fantascienza deve essere prima di tutto sulla gente e secondariamente sulle idee sta soltanto pronunciando uno slogan. A volte le sole persone richieste sono il lettore e lo scrittore.
Greg Egan

8 commenti:

  1. Trovo interessante l'about del blog, ma non concordo su un punto: non credo che “Blade Runner” possa essere considerato altro che fantascienza sociale pura, cioè una speculazione sul ruolo della scienza nel modellare la società. Nel caso del film/romanzo abbiamo dei “prodotti” in tutto e per tutto identici a essere umani, emozioni comprese, e la domanda che gli autori pongono è: “Che differenza c’è fra la natura e l’artificio, quando i due sono identici?” Questa non è una delle istanze tipiche della fantasy (che, quando è vera, se ne cura ben poco), ma della fantascienza.

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  2. Se hai letto la presentazione qui a lato, saprai che la "sociologia" è citata come sola forma di fs accettata nel nostro paese. In effetti la consideraziamo sopravvalutata. Ma al di là di questo, i Replicanti rimangono un assurdo scientifico, un prodotto della fantasia così assoluto, così radicale, da proiettarli direttamente nella fantasy. Per paradosso unicorni e ciclopi lo sono di meno, dato che entrambi esistono naturalmente (cfr. un qualsiasi testo di teratologia). Quindi, facendo arretrare di un passo il "senso" di Blade Runner, che è appunto la metafora sociale, smitizzando il suo "impegno", rimane ben poco, se non un capolavoro di estetica kitch e una buona colonna sonora di Vangelis.

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  3. Capisco l'obiezione, ma non condivido la definizione dei Replicanti come "assurdo scientifico". Creare un essere artificiale non è, che io sappia, scientificamente impossibile (l'impossibilità TECNICA, ovvero "non possiamo perché non abbiamo strumenti sufficientemente avanzati", è un altro discorso); di conseguenza, credo che BR sia pienamente fantascientifico e non abbia nulla a che vedere con la fantasy. ;)

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  4. Kaku, se non sbaglio, ha classificato l'IA come un'impossibilità di classe 2 (in una scala dove 3 è l'impossibile assoluto). Personalmente - pur nutrendo una certa curiosità per l'approccio della robotica evolutiva (oltretutto nata anche dal lavoro fatto all'Università di Genova) - la considero improbabile. O meglio: arriveremo certamente a delle "IA", ma molto diverse rispetto al "modello umano" (e su questo pochi scienziati hanno ancora dei dubbi).
    Poi... chi vivrà, vedrà. :)

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  5. Ps: mi preme precisare che queste mie obiezioni vanno prese con le molle, come qualsiasi altra opinione. Posso non avere ragione io, come può non averla chi pensa che le IA siano "scientificamente possibili" (fatto attualmente non-dimostrato e non-dimostrabile).
    E' uno scontro di modelli e di ipotesi, non di verità suffragate dai fatti. A me basterebbe riportare le IA (e altri modelli e ipotesi cari alla fs degli ultimi trent'anni) nell'alveo dell'ipotesi, ricollocandole allo stesso livello della vita marina su Enchelado o delle 11 dimensioni proposte dalla teoria M. Altrimenti si propaga una non-verità, ovvero che queste ipotesi abbiano un "valore aggiunto" dato dalla loro sicura realizzazione. Il famoso "non se, ma quando". No, sono tutti "SE", tutti di pari livello.
    Ognuno poi è libero di usare la metafora dell'uomo artificiale per porsi domande di filosofia, per descrivere la condizione umana, per meditare sul binomio schiavo-padrone. Ma tali domande descrizioni meditazioni non hanno un valore "assoluto", "scientifico", maggiore di quelle di chi usa la vita su Enchelado per meditare sull'evoluzione, su Darwin e la vita nel cosmo. Semplicemente l'uomo artificiale (ben lontano dall'essere una "certezza scientifica") è più vicino alla via umanistica della fantascienza.
    Via che non tutti sentiamo il bisogno di seguire.

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  6. Ora come ora, mi sfugge un dettaglio: i Replicanti sono creature dotate di intelligenza artificiale? Non vorrei sbagliare, ma se non erro erano biologici al 100% e, quindi, anche il loro cervello era un cervello biologico.

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  7. Dunque... ""replicants"—biologically engineered humanoids who serve as soldiers and slaves in off-world colonies—have escaped, and have come to Earth illegally" ...e... "Philip K. Dick's novel Do Androids Dream of Electric Sheep? which inspired Blade Runner used the term android (andy), but director Ridley Scott wanted a new term that did not have preconceptions. As David Peoples was rewriting the screenplay he consulted his daughter who was involved in microbiology and biochemistry"...
    Okay. Scott 1 Dick 0.

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  8. Ho tolto il riferimento a BR, nella colonnina a dx. Parlando di bioingegneria, Scott ha introdotto effettivamente un elemento molto diverso da quello della robotica e le IA. Ora mi limito a citare gli androidi di Dick. Grazie.

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